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LA NOSTRA "MISSION"

 

“PUNTO ED A CAPO” è come associazione culturale, centro propulsore interdisciplinare, aperto alla cultura in tutte le sue sfaccettature. Si muove nel campo  dell’ Arte, dell’Architettura, del Design, dell’Artigianato, della Letteratura, ed altro ancora, non come forme del fare umano separate, scollegate tra loro, ma costantemente connesse,  integrate.

Ha l’intento di  favorire ed incentivare attraverso eventi culturali, di formazione e di ricerca, la libera espressione e la cooperazione tra gli individui nel territorio, promuovendo ed organizzando iniziative quali mostre, corsi, laboratori e dibattiti anche attraverso la collaborazione con enti locali, scuole, università ed altre associazioni culturali.

Il luogo di queste di attività non può che essere Macerata città e provincia, nel tentativo di proporre nuove iniziative e dare soluzioni a problemi esistenti nel territorio.

Macerata non come entità scollegata da ciò che accade nel resto d’Italia, ma presa in considerazione all’interno di un sistema generale; Macerata che è città da sempre attiva, vivace, ma che risente oggi di una crisi globale che in questo inizio XXI secolo ha investito tutta l’Europa e non solo la nostra nazione.

Il campo di azione in cui si sviluppa l’attività dell’associazione è la contemporaneità, quindi il periodo storico che va dall’inizio del ‘900 ad oggi.

Il nome “PUNTO ED A CAPO”, può essere letto anche in maniera “giocosa” come uno slogan, o come un desiderio di cambiamento, ma è innanzitutto una citazione verso un celebre articolo, ma forse non abbastanza, del critico d’arte ed architettura italiano degli anni ’30 Edoardo Persico.

L’articolo (“Architettura punto ed a capo”, in cui nel nostro caso viene tolto il sostantivo Architettura in nome di quella interdisciplinarità a cui tendiamo), pubblicato da Persico sulle pagine della rivista Domus nel Novembre del 1934, poco meno di due anni prima di morire appena trentaseienne, per motivi ancora oscuri, è di una schiettezza e raffinatezza nelle intuizioni ancora oggi senza uguali.

In Persico vi è una dura presa di posizione sullo stato delle cose in Italia, nel campo dell’architettura e dell’arte in generale dopo dodici anni di ventennio fascista.

Egli compie un’analisi coraggiosa quanto profonda nell’ individuare le cause di una crisi qualitativa, rispetto ai maggiori paesi europei, cosa che la maggior parte dei suoi contemporanei non fa, o non voleva fare. Lo scritto di Persico è quindi un’ esortazione verso artisti ed architetti italiani dell’epoca, ma in generale verso tutti gli uomini di cultura, ad avviare un cambiamento prima di tutto etico, che riportasse al centro del dibattito italiano degli anni ’30 la qualità.

L’articolo di Edoardo Persico che da il nome all’Associazione è oggi più che mai attuale.

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